Le intolleranze alimentari sono note da molto tempo e sono sicuramente un fenomeno comune. La verità è che sono la punta dell’iceberg, in quanto il problema vero non è il cibo che stiamo mangiando ma la situazione del nostro intestino dal punto di vista della flora, delle mucose e della capacità digestiva.
Siamo “tolleranti” se siamo in grado di digerire ed abbiamo i sistemi enzimatici del pancreas, della bile e dello stomaco efficienti.
Molti alimenti non vengono più digeriti col passare del tempo: ad esempio il lattosio spesso non viene digerito dagli adulti perché con l’età diminuisce la lattasi gastrica. Alla digestione del lattosio provvede anche la flora intestinale: ecco perchė l’alterazione della flora intestinale (Disbiosi) comporta numerose intolleranze.
Esistono ipotesi secondo le quali anche la celiachia e l’intolleranza al glutine siano da attribuire a deficit della flora intestinale.
Quindi la differenza fondamentale di metodo consiste nello spostarsi dalla problematica dell’alimento alla problematica della situazione intestinale della persona, e questo viene corretto con la Cura dell’Intestino e reintegrando la flora intestinale.
In tal modo curiamo l’infiammazione delle mucose: infatti quando la flora intestinale è in deficit da molto tempo, viene meno il filtro protettivo tra il lume intestinale (l’interno dell’intestino dove arrivano gli alimenti) e la mucosa stessa.
Bisogna o non bisogna eliminare certi tipi di alimenti?
Il metodo che io utilizzo sulla base di un’esperienza clinica consolidata è il seguente:
Elimino gli alimenti che sono nocivi per la flora intestinale in genere, come il latte, i latticini, pochi e selezionati alimenti che facilitano la crescita delle flore fermentative e fungine, sempre presenti nell’intestino quando è deficitaria la flora corretta. In tal modo permettiamo all’intestino di riprendersi, di sfiammarsi.
Per quanto riguarda invece gli alimenti considerati intolleranti, non procedo a un’eliminazione drastica di questi. E’ noto che l’eliminazione degli alimenti “intolleranti” causa a sua volta nuova intolleranza del corpo verso i restanti alimenti che vengono assunti più frequentemente.
Il problema infatti è quello dell’aumentata permeabilità intestinale, che si viene a creare quando c’è un deficit nella flora intestinale corretta e quindi una diminuzione dei batteri che dovrebbero normalmente essere presenti a difesa della mucosa. Questo fenomeno causa anche la diminuzione delle immunoglobuline, dette IgA, che si trovano normalmente sulla superficie della mucosa intestinale. La mucosa intestinale diventa quindi più porosa, lasciando passare con maggiore facilità gli alimenti che noi mangiamo: viene così a mancare la cosiddetta tolleranza orale nei confronti degli alimenti.
Cosa comporta questo? Tanto più assumiamo un alimento tanto più ci siamo sensibilizzati nei confronti di quello. Infatti cosa tipica nelle intolleranze alimentari è che nei test delle intolleranze vengono eliminati gli alimenti che mangiamo più frequentemente e che sono quelli più comuni nella dieta mediterranea: il grano, le farine, il pomodoro, latte e latticini.
Il trucco quindi non è quello di eliminare totalmente questi cibi, ma di iniziare ad assumerli meno frequentemente, in un sistema di rotazione. Contemporaneamente consiglio di non preoccuparsi più dell’alimento ma dello stato di salute dell’intestino, del ripristino della flora intestinale e del potenziamento delle funzioni enzimatiche degli organi digestivi.